I nostri consigli

Nella notte del 12 ottobre 1984 una bomba esplose nel lussuoso Grand Hotel di Brighton, dove era in corso il congresso del Partito Conservatore britannico, causando cinque morti e trenta feriti; era un attentato contro il primo ministro Margaret Thatcher, che però ne uscì illesa e politicamente rafforzata. Attorno a questo fatto di cronaca si intrecciano le vicende immaginarie dei tre protagonisti del romanzo: Moose Finch, il vicedirettore dell'hotel, quarantacinquenne divorziato che ha visto svanire tutte le sue ambizioni, e spera che una perfetta gestione del soggiorno della Thatcher gli faccia ottenere un decisivo avanzamento di carriera; Freya, sua figlia, appena uscita dalle superiori, che cerca di affrontare l'età adulta mediando fra le aspettative del padre e i propri desideri confusi; Dan, il militante dell'IRA responsabile dell'attentato, un giovane cresciuto troppo in fretta per le strade di Belfast. Nelle tre settimane che passano fra il momento in cui l'ordigno a orologeria viene piazzato nella stanza 629 e il momento in cui esplode, Jonathan Lee segue con umanità e delicatezza la vita quotidiana di questi tre personaggi, le loro insicurezze, le loro paure, i loro sogni.
Jonathan Lee, Il tuffo, BigSur 2017

Per uno studente di biologia della fauna selvatica, innamorato dei libri di Henry Thoreau e dei racconti di montagna, il programma dell'Idaho Fish & Game è un'occasione imperdibile: monitorare e proteggere la schiusa di due milioni e mezzo di uova di salmone nel selvaggio Selway-Bitterroot. Solo che il ventenne Pete Fromm non può immaginare cosa significhi veramente vivere un intero inverno - ben sette mesi - da solo sulle Montagne Rocciose, alla fine degli anni Settanta, in una tenda in tela a oltre sessanta chilometri dalla prima vera strada e a cento dal primo insediamento umano. Comincia così un'avventura incredibile, un romanzo di formazione divertente, di un realismo crudele e soprattutto vero, anzi verissimo, con temperature che arrivano a quaranta gradi sotto zero e la neve a coprire ogni cosa, con imprese nelle quali il giovane Pete deve dare fondo al proprio istinto di sopravvivenza, e situazioni che lo obbligano a rapportarsi con limiti e sogni, con se stesso e la solitudine. E onnipresente, la natura in tutta la sua potenza; dapprima usata, temuta, incompresa e poi, in quello che è uno straordinario finale, vera e propria compagna di vita.
Pete Fromm, Indian creek, Keller 2017

28 gennaio 1986. La navetta spaziale Challenger esplode in diretta televisiva sopra il cielo della Florida. Dal decollo all'esplosione passano 73 secondi. Guillem Lopez sceglie 73 storie diverse, frammenti di vita di persone che si muovono tra Miami e i suoi dintorni, mentre lo shuttle viene preparato e lanciato, mentre continua a esplodere all'infinito sugli schermi televisivi. Un romanzo di 73 capitoli, un puzzle di eventi apparentemente scollegati, una catena di interconnessioni in una matematica del caos che genera un meccanismo perfetto, dove ogni episodio è la piccola rotella di un ingranaggio sempre più complesso. E questo il Big Bang di Guillem Lopez: la costante del suo Challenger, la crepa che connette il mondo del reale con il mondo del possibile. 73 frammenti di una giornata in cui tutto può succedere. Paragonato a Raymond Carver e Philip K. Dick, Guillem Lopez ha scritto un libro pieno di realismo per narrare l'ignoto: Challenger è il volto nuovo della letteratura spagnola.
Guillem Lopez, Challenger (edizione illustrata), Eris 2017

Durante una notte passata al commissariato per aver fracassato una bottiglia di vino sulla testa di un immigrato, una ragazza indiana cerca di capire che cosa l'ha portata a quella rabbia, e in un anomalo flusso di coscienza ricostruisce la propria storia di giovane intellettuale filoccidentale, omosessuale e fuori da ogni schema, soprattutto fuori dallo schema del migrante in cerca di un futuro migliore. Un romanzo nel quale si narrano senza retorica i tragitti e le traversate ma anche le menzogne, le falsità, il maschilismo, la brutalità degli uomini che oltrepassano le frontiere ed entrano dentro spazi nei quali non hanno diritto di entrare sperando di avere una vita migliore che invece si rivela non esserlo affatto. Un romanzo «politicamente scorrettissimo» sui lati oscuri dell'immigrazione.
Shumona Sinha, A morte i poveri!, Clichy 2017

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